Ricostruzione mammaria dopo cancro al seno: l’importanza della chirurgia plastica

Chirurgia estetica Milano

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del dott. Alberto Capone

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Ricostruzione mammaria dopo cancro al seno: l’importanza della chirurgia plastica

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Fino a pochi anni fa, si pensava che la chirurgia estetica e quella plastica ricostruttiva fossero ad appannaggio esclusivo di chi volontariamente ricorreva al bisturi per sentirsi meglio con se stessi. Ad oggi non è più così: i progressi nel trattamento delle malattie oncologiche, ed in particolare per tutte le tipologie di cancro al seno, hanno permesso alle donne di avere un’aspettativa di vita molto più lunga rispetto al passato. Per questo, anche gli interventi chirurgici non sono più solo demolitivi (eliminare cioè tutta la parte malata), ma anche ricostruttivi, tanto che la ricostruzione del seno in seguito ad asportazione del tumore è un intervento a carico del servizio sanitario nazionale.

La donna non deve vivere questa esperienza come una menomazione permanente, con segni che le ricordino costantemente quello che ha passato, ma grazie agli interventi di ricostruzione o di rimodellamento della mammella, che possono essere concomitanti o successivi alla mastectomia (asportazione chirurgica della mammella), in base alla storia clinica della paziente, chi ha affrontato un cancro potrà non vergognarsi più del proprio corpo e riuscire ad andare avanti con più serenità. B

asti pensare che fino a qualche anno fa, si aspettava cinque anni dalla mastectomia per procedere alla ricostruzione del seno. Oggi, nella maggior parte dei casi, come detto la ricostruzione si effettua in contemporanea alla mastectomia o nei casi più gravi si aspetta alcuni mesi al massimo.

Perché non c’è un trattamento unico?

Il seno si trova fra la pelle e la parete del torace, ed è formato da tessuto adiposo e una serie di ghiandole, chiamate lobuli, unite fra loro a formare un lobo (ogni seno ne ha da 15 a 20). I lobuli producono il latte, che giunge al capezzolo tramite dei tubicini chiamati dotti galattofori o lattiferi. Se però, per ragioni solo in parte conosciute, qualche cellula di  uno qualsiasi di questi tessuti inizia a duplicarsi in maniera incontrollata, andiamo incontro ad un tipo di tumore del seno.

Per questo anche se comunemente si parla di cancro o tumore, è più corretto parlare di tipi di cancro e tumore, sia per la diversa popolazione di cellule colpite, sia per i tipi di mutazioni genetiche che portano all’insorgenza di queste gravi patologie: per questi motivi, gli approcci terapeutici cambiano da paziente a paziente e può purtroppo succedere che un farmaco possa essere efficace per una paziente e inefficace per un'altra.

Un altro tipo di intervento per la rimozione del tumore al seno è la quadrantectomia, consigliabile per i tumori di piccole dimensioni (fino a tre centimetri circa) e le cui cellule crescono lentamente, che è molto più conservativo rispetto alla mastectomia. I medici qui dividono idealmente il seno in quattro aree (chiamate appunto quadranti) e asportano la sola area della mammella dove si trova il tumore. Anche in questo caso lo specialista dovrà valutare tutta la storia clinica della paziente e il tipo di tumore per poter optare questo tipo di approccio e poi la ricostruzione rispetto alla mastectomia abbinata alla ricostruzione.

Da lì poi in base a come il paziente recupera, si pianificano poi dei cicli di chemioterapia o di radioterapia per prevenire possibili recidive. Ma anche in quel caso varia molto da paziente a paziente.

Il chirurgo oncoplastico

Grazie ai progressi della medicina, sempre più chirurghi estetici sono specialisti anche in tecniche di chirurgia plastica ricostruttiva; queste discipline utilizzano medesime tecniche e materiali, ma gli obiettivi che si pongono sono diversi: la prima aumenta il benessere del paziente, la seconda si pone come scopo di aiutare il paziente a non vedersi più come un malato, ma come una persona. Per questo motivo, sta emergendo una nuova figura, il chirurgo oncoplastico, che estirpa la malattia e salvaguarda la qualità della vita del paziente. In futuro, questo tipo di approccio sarà sempre più esteso anche ad altre forme di cancro e non esclusivamente a quelli del seno.

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